Si dice che i poveri abbiano grandi televisori e i ricchi grandi librerie
Perché ho scelto di pubblicare esclusivamente in formato cartaceo
Viviamo in un’epoca sempre più dominata dal digitale, dove tutto è a portata di clic: dai libri ai film alla musica, fino alle conversazioni quotidiane. È un mondo veloce, pratico, senza dubbio coinvolgente. Eppure, proprio in questo contesto, ho deciso di fare una scelta controcorrente: pubblicare i miei libri esclusivamente in formato cartaceo.
La domanda che spesso mi viene posta è: Perché rinunciare al digitale? La risposta è semplice, ma affonda le sue radici in valori profondi.
Un’esperienza sensoriale unica
Un libro cartaceo non è solo un contenitore di parole, ma un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. Il profumo della carta, la texture delle pagine sotto le dita, il piacere di sfogliare fisicamente un capitolo, persino il dolore dei muscoli delle dita, ormai disabituati: sono sensazioni che il digitale non potrà mai replicare. Quando tieni un libro tra le mani, senti letteralmente il peso delle sue idee, la consistenza dei suoi pensieri. È un legame più diretto, più intimo con l’autore.
Il lavoro di impaginazione, scelta della carta e cura dei dettagli è decisamente più complesso e impegnativo, ma il risultato è per me impagabile.
Una pausa dalla frenesia digitale
Siamo costantemente bombardati da notifiche, email e messaggi. Leggere un libro cartaceo è come ritagliarsi una parentesi di quiete: un momento in cui si può rallentare, immergersi completamente in una storia o riflettere su un’idea senza distrazioni.
Il cartaceo invita alla calma, alla concentrazione, ed è proprio questo che vorrei offrire ai miei lettori.
Valorizzare il contenuto e il contenitore
Un libro cartaceo è anche un oggetto che può vivere e sopravvivere nel tempo. Può essere riposto su una libreria, sfogliato e risfogliato, prestato, regalato o lasciato in eredità. È un testimone tangibile delle nostre passioni e delle nostre letture, qualcosa che il digitale, per quanto pratico, non può offrire con la stessa intensità.
Quando entro in una casa priva di una libreria o anche solo di qualche libro in vista, mi trasmette un senso di vuoto, come se mancasse qualcosa di fondamentale.
Lo dice anche la scienza
La lettura su carta offre un’esperienza unica che favorisce una concentrazione più profonda e permette di memorizzare con maggiore precisione, grazie al contatto fisico con le pagine. Questo rende la lettura meno stancante e più rilassante, con benefici diretti anche per gli occhi, che risultano meno affaticati.
Diversi studi hanno evidenziato come l’uso prolungato di dispositivi come smartphone o tablet – per esempio, due ore consecutive – possa ridurre i livelli di melatonina fino al 22%. Questa condizione, se protratta nel tempo, può avere conseguenze significative, come un aumento del rischio di depressione o, nei casi più gravi, di sviluppare patologie gravi come il cancro.
Leggere un libro prima di dormire è quindi altamente consigliato, in quanto aiuta a rilassare la mente e a prepararsi al sonno. Al contrario, la luce emessa da dispositivi elettronici, come tablet o e-reader, tende a prolungare lo stato di veglia e può compromettere la qualità del riposo. Inoltre, non va sottovalutato l’effetto della luce blu prodotta dagli schermi, che accelera il processo di invecchiamento cutaneo, favorendo la comparsa di macchie sulla pelle e sul viso.
Una scelta controcorrente, ma ponderata
Decidere di pubblicare esclusivamente in formato cartaceo non significa ignorare il progresso tecnologico, del quale sono sempre stato un fautore e un early adopter.
Piuttosto, significa riaffermare il valore di ciò che il digitale rischia di farci dimenticare: il piacere di un tempo più lento, di un oggetto che non svanisce con un clic, di una lettura che diventa un momento dedicato a se stessi.
Il cartaceo non è solo una scelta editoriale per me, ma un vero e proprio messaggio: quello di riscoprire il valore delle piccole cose, di riappropriarci di uno spazio di riflessione che il mondo moderno tende a sottrarci.
Un libro da toccare, da vivere
Pubblicare esclusivamente in cartaceo significa anche voler creare qualcosa che sia davvero tuo. Un libro che puoi aprire e rileggere in qualsiasi momento senza preoccuparti di aggiornamenti tecnologici o batterie scariche. È un oggetto che vive insieme a te, invecchiando e arricchendosi con il passare del tempo, con le sottolineature, le pieghe alle pagine, le note a margine.
Un invito ai lettori
Questa scelta, ormai insolita, è un invito a riscoprire il piacere autentico della lettura. È un modo per tornare all’essenziale, per ritrovare un contatto più umano, più concreto con la parola scritta.
Quindi, se stai leggendo uno dei miei libri, sappi che non hai solo un testo tra le mani: hai tra le mani una scelta, un messaggio, un piccolo gesto controcorrente in un mondo sempre più digitale.
PS:
Mentre scrivo questo articolo, una coincidenza incredibile mi ha colpito profondamente. Mi trovo nel mio studio, immerso nei miei pensieri, mentre lavoro al prossimo libro, e tutto l’isolato è senza corrente elettrica da ore a causa di un guasto.
Nessuna luce artificiale, nessun rumore di fondo, nessun ronzio elettronico. Tutto è spento, tutto tace.
È come se il mondo mi stesse dando un segnale.
In questo silenzio surreale, nel quale si sente solo il russare del gatto, mi rendo conto ancor di più di quanto sia importante ciò che sto cercando di trasmettere.
La lettura di un libro cartaceo non ha bisogno di elettricità, di schermi, di connessioni.
Un libro si basta. È autonomo e puro.
In un momento come questo, con il computer spento, impugnando la penna e scrivendo a mano, mi appare ancora più chiaro il valore di una scelta che sembra controcorrente ma che è ben radicata nel bisogno umano di autenticità, semplicità, e connessione con qualcosa di reale e materiale.
Un libro cartaceo è tutto questo: un rifugio, un compagno, un mondo che puoi esplorare senza dipendere da nulla. È una scelta che ci invita a rallentare, a riscoprire il piacere di un tempo dedicato solo a noi stessi, lontano dalla frenesia e dalle distrazioni del digitale.
E così, con una penna in mano, senza corrente ma con la mente accesa, capisco ancora di più il motivo per cui credo fermamente nel potere del cartaceo.
Perché un libro non si spegne mai.